I rappresentanti di 175 Paesi hanno discusso temi chiave come la lotta ai rifiuti di plastica, la rimozione delle scorie di munizioni, la protezione dell'alto mare e le norme sull'estrazione in alto mare. Il Ministro federale dell'Ambiente Carsten Schneider (SPD) ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti: "Questa conferenza ha compiuto progressi significativi nella protezione dell'ambiente marino, nonostante la difficile situazione geopolitica". Tuttavia, gli Stati Uniti non hanno inviato una delegazione alla conferenza, il che è stato criticato da molti partecipanti.
Uno dei temi principali della conferenza era la lotta all'inquinamento marino causato dai rifiuti di plastica. Ben 95 Paesi si sono uniti per formare un'alleanza che chiede di limitare la produzione di plastica primaria. Questa ampia coalizione sottolinea la crescente preoccupazione globale per l'impatto della plastica sugli ecosistemi marini.
L'Alleanza si è inoltre espressa a favore di una rendicontazione obbligatoria sulla produzione, l'importazione e l'esportazione di queste sostanze, al fine di garantire un migliore controllo e trasparenza. Florian Titze del WWF Germania ha commentato gli sviluppi: "Il contenuto qui delineato è un buon inizio e allo stesso tempo il minimo assoluto per combattere efficacemente l'inquinamento da plastica". Ha sottolineato la necessità di tradurre rapidamente questi accordi in misure concrete.
Anche il team Malizia di Boris Herrmann, noto per il suo impegno nella conservazione marina, ha espresso il suo sostegno: "L'alleanza contro i rifiuti di plastica è un passo importante. Ora devono seguire misure concrete per proteggere i nostri oceani da un ulteriore inquinamento". I marinai del team stanno sperimentando in prima persona gli effetti devastanti dei rifiuti di plastica sugli oceani e si stanno impegnando attivamente per trovare soluzioni, in futuro, in particolare con la sua nuova nave da ricerca, la "Malizia Explorer".
Un altro passo avanti significativo della conferenza è stata l'azione avviata dalla Germania per Rimozione di vecchie munizioni nel Baltico e nel Mare del Nord. La Germania vuole creare un team di esperti insieme alla Francia per localizzare e rimuovere i pericolosi resti delle guerre passate. Il pericolo rappresentato da vecchie munizioni e ordigni in decomposizione sul fondo degli oceani è notevole.
Il problema dei rifiuti di munizioni è stato a lungo sottovalutato, ma sta guadagnando sempre più attenzione. Gli esperti stimano che circa 1,6 milioni di tonnellate di munizioni convenzionali e circa 170.000 tonnellate di agenti di guerra chimica giacciano sui fondali marini solo nel Mare del Nord tedesco e nel Mar Baltico. Questi non solo rappresentano un pericolo per la navigazione e la pesca, ma rilasciano anche sostanze tossiche attraverso la corrosione che danneggiano l'ecosistema marino.
Oltre a questa iniziativa, la Germania ha annunciato Investire 100 milioni di euro per il ripristino di saline, praterie e foreste di alghe.. Questa misura mira ad aumentare la capacità naturale degli oceani di immagazzinare CO2 e quindi a rallentare il cambiamento climatico. Gli esperti ambientali hanno accolto con favore l'approccio olistico, che prevede sia la rimozione dei siti contaminati sia il rafforzamento dei pozzi di carbonio naturali.
Alla conferenza si è registrato almeno un certo movimento per quanto riguarda la Convenzione sull'alto mare. Per la prima volta si intende creare una regolamentazione per l'uso e la protezione dell'alto mare, che costituisce circa il 60-70% degli oceani. Tuttavia, affinché l'accordo, formulato due anni fa, possa entrare in vigore, deve essere ratificato da almeno 60 Stati. Più di una dozzina di altri Stati hanno ratificato l'accordo a Nizza, il che significa che il numero richiesto potrebbe essere presto raggiunto.
Per l'organizzazione OceanCare si tratta di "progressi incoraggianti". Tuttavia, non è stato ancora raggiunto un accordo sui finanziamenti, con la richiesta di impegni da parte soprattutto dei Paesi più poveri. La German Ocean Foundation ha accolto con favore gli sviluppi: "L'Accordo sugli alti mari è una pietra miliare per la conservazione marina globale. Le ratifiche di Nizza ci avvicinano di molto al nostro obiettivo".
Continuano ad emergere divergenze sul tema dell'estrazione in acque profonde. La Germania e altri 36 Paesi chiedono una pausa precauzionale nei progetti di estrazione in acque profonde. La questione è stata resa ancora più urgente dai piani degli Stati Uniti di portare avanti l'estrazione in acque profonde nelle acque internazionali. 24 Paesi, tra cui la Germania, si sono espressi con forza contro questi progetti, sottolineando che le risorse di acque profonde al di fuori delle acque nazionali sono patrimonio comune dell'umanità secondo il diritto internazionale.
Le organizzazioni ambientaliste accolgono con favore i risultati della conferenza, ma ora chiedono che gli impegni presi vengano attuati rapidamente. Le misure concrete devono essere attuate nei prossimi mesi e anni per raggiungere gli obiettivi di protezione marina. In particolare, l'attenzione si concentra sulla ratifica della Convenzione per la protezione dell'alto mare da parte di altri Stati e sull'attuazione dell'Alleanza contro i rifiuti di plastica.