Giovedì scorso, una tempesta ha attraversato la Corsica e l'Italia, causando gravi distruzioni con venti di punta di 90 nodi. Si dice che nove persone ne siano rimaste vittime. Ha anche lasciato gravi devastazioni nei porti e negli ancoraggi. Yacht incagliati e affondati, immagini di spruzzi volanti, proprietari che lottano per le loro barche. Immagini che stanno diventando sempre più frequenti e che si preferirebbe non vedere.
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Il temporale estremo ha attraversato la Corsica e parte della Sardegna dal sud della Francia per poi dirigersi verso il nord Italia.
La tempesta non era uno dei temuti "Medicanes". Questi cicloni, che devono il loro nome a una variazione del termine "uragani", si stanno verificando anche nel Mediterraneo da diversi anni. Gli esperti ipotizzano che si tratti di una conseguenza dei cambiamenti climatici dovuti all'aumento del riscaldamento delle acque. Più recentemente, il Medicane "Ianos" ha colpito la Sicilia e la Grecia nel 2020.
"La temperatura dell'acqua nella regione è in costante aumento dagli anni Ottanta. Questo significa che c'è più energia negli strati bassi dell'aria. Se l'aria molto fredda vi scivola lentamente sopra ad alta quota, si possono formare dei medicani", spiega il meteorologo Michael Sachweh.
Non è ancora possibile quantificare la portata finanziaria dei danni causati dalla tempesta sulla Corsica.