Con un candore senza mezzi termini, l'inglese accompagna lo spettatore in un tour video del ponte di prua. Mostra il longherone centrale, o "longitudinale", che è completamente rotto in quattro punti e assorbe le forze longitudinali in questa zona. Non spiega come si sia verificato il danno, ma mostra esattamente il punto in cui si è verificata la rottura e si possono già vedere i supporti in metallo e tubi di carbonio, che Thomson ha ovviamente già tirato per evitare che il cedimento progredisca ulteriormente.
Il Thomson mostra i suoi danni strutturali a prua
Ora vuole continuare la riparazione, apparentemente laminando le aree rotte. "Potrebbe volerci un altro giorno, ma per fortuna non sono ancora nell'Oceano del Sud; qui sull'altopiano di Sant'Elena è abbastanza tranquillo", commenta. È "molto positivo" che la riparazione stia funzionando e i progettisti sono fiduciosi che la barca tornerà ad essere completamente resistente.
Ora sta lavorando con una lampada frontale nella caverna nera in fibra di carbonio, dove fa molto caldo, è soffocante e umido, data la latitudine a cui naviga. In un secondo video, si vede Thomson sul ponte, mentre traccia e taglia un'intera pila di fogli e strisce di fibra di carbonio da laminare successivamente sottocoperta. In un'inquadratura ci fa vedere il ponte di prua, mostrando i longheroni già levigati che intende laminare a breve. "La maggior parte dei lavori li farò di notte, di giorno fa troppo caldo qui sotto!".
Nel frattempo, il gruppo di inseguitori intorno a Boris Herrmann sta gradualmente superando "Hugo Boss", che ora si trova al 7° posto, ma potrebbe presto scendere al 10°. Ora si trova a 470 miglia dal duo di testa, che fortunatamente per Thomson non sta facendo passi da gigante nel vento leggero. Si spera che il simpatico britannico riesca a rimediare alla situazione e non debba cestinare il sogno di vincere al quinto tentativo.
I progressi a bordo di Hugo Boss