ProcedimentoCadono tutte le sanzioni contro Kevin Escoffier

Jochen Rieker

 · 25.03.2024

Il professionista delle acque profonde Kevin Escoffier è lo skipper di The Ocean Race
Foto: Team Holcim-PRB/The Ocean Race
Venerdì scorso (22 marzo) sono state ritirate tutte le sanzioni contro il licenziato skipper di "Holcim - PRB" Kevin Ecoffier, che ha dovuto affrontare accuse di "me-too". Un tribunale arbitrale del Comitato Olimpico Nazionale Francese ha riscontrato gravi errori procedurali. Il caso è un esempio da manuale di come le indagini non dovrebbero essere condotte, perché lasciano solo perdenti nella loro scia.

Come spesso accade, la vicenda è complicata. I fascicoli dell'accusa e della difesa, le motivazioni del verdetto, le dichiarazioni dei testimoni e i resoconti dei media, che descrivono i procedimenti relativi a un "presunto incidente" durante la sosta a Newport nell'ambito della Ocean Race, contano diverse centinaia di pagine. Il quadro che ne emerge è contraddittorio, a volte distorto e nel complesso profondamente inquietante, in cui le supposizioni e le opinioni spesso prevalgono sui fatti.

Ciò che è ormai considerato certo dimostra come i funzionari delle associazioni inciampino nel ruolo di illuminatori, guidati da buone intenzioni, ma che non rispettano i principi giuridici essenziali. Come il gruppo svizzero di materiali per l'edilizia Holcim PRB ha semplicemente spinto il suo skipper verso il pensionamento e la rovina finanziaria per paura di perdere la sua reputazione pubblica. Il modo in cui i singoli media hanno creato un'atmosfera senza conoscere i retroscena e ignorando le dichiarazioni a discolpa. E come il caso sia stato strumentalizzato in alcuni ambienti della vela d'altura francese e internazionale ben prima che la commissione disciplinare dell'associazione velica emettesse il suo primo - e come si è poi scoperto, grossolanamente errato - verdetto.

Il caso Escoffier

La cosiddetta vicenda Escoffier è iniziata nel maggio dello scorso anno. All'epoca, lo skipper della Ocean Race, che fino a quel momento si era dimostrato superiore e che nemmeno la rottura dell'albero nella quarta tappa da Itajaí a Newport gli era costata il primato, avrebbe toccato in modo inappropriato la dipendente di un'agenzia di pubbliche relazioni in un bar. Solo ora, a distanza di dieci mesi, è emerso chiaramente che l'organizzazione velica francese, la Féderation Française de Voile (FFVoile), non ha gestito il caso con la necessaria chiarezza, imparzialità e nel rispetto dei principi legali applicabili.

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La decisione è stata presa dieci giorni fa da una commissione arbitrale del Comitato Olimpico Nazionale Francese (Comité National Olympique et Sportif Français, CNOSF). L'avvocato di Kevin Escoffier si era rivolto all'istanza superiore il 31 gennaio per contestare la decisione della federazione velica e annullare i divieti nei confronti del suo cliente.

Gli è stato vietato di partecipare a eventi sportivi della FFVoile per 18 mesi, la sua licenza è stata sospesa per cinque anni, il che equivale a un'interdizione professionale, ed è stato bandito da tutti gli organi direttivi dell'associazione.

Il tribunale arbitrale annulla le sanzioni

Tuttavia, Bernard Foucher, presidente del comitato arbitrale, non ha ritenuto le sanzioni sufficientemente giustificate. Nella sua sentenza del 15 marzo, ha raccomandato alla FFVoile di annullare le decisioni e di ritirare tutti i divieti perché non avrebbero retto in tribunale.

Foucher ha riconosciuto gravi errori procedurali nel lavoro della Commissione disciplinare e del Consiglio d'appello della Federazione velica e ha considerato le accuse contro Kevin Escoffier "non sufficientemente motivate". Ciò "solleva seri dubbi sulla correttezza della decisione contestata".

Si tratta, va detto chiaramente, di una conclusione devastante.

La federazione velica non ha quindi esitato a lungo a seguire la sentenza dell'arbitro. Venerdì scorso, appena una settimana dopo l'annuncio dell'analisi dell'investigatore del CNOSF Bernard Foucher, la FFVoile ha revocato i divieti, ma non senza relativizzare lo schiaffo che la federazione aveva subito in un lungo comunicato caratterizzato in parte da omissioni. Era ormai chiaro che l'associazione e il suo presidente Jean-Luc Denéchau erano più preoccupati di salvare la faccia che di minimizzare la devastazione da loro stessi causata e di riconoscere gli errori evidenti.


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