Il 10 novembre 2024, 40 velisti partiranno per la decima edizione della Vendée Globe. La leggendaria regata in solitario intorno al mondo senza scalo e senza aiuti esterni è considerata una delle sfide più difficili della vela. Un nuovo documentario di 52 minuti riassume i momenti salienti e drammatici di questa straordinaria regata (salta direttamente al film).
Il film approfondisce la lotta dei partecipanti contro le forze della natura, i loro limiti fisici e mentali e le insidie della tecnologia. Interviste esclusive con i protagonisti forniscono una visione intima del loro mondo emotivo durante il viaggio di un mese attraverso gli oceani del mondo. Riprese spettacolari di onde ruggenti, tempeste simili a uragani e marinai solitari nel mezzo della vastità dell'Oceano Meridionale trasmettono il fascino e i pericoli di questa avventura estrema.
Il documentario si concentra sull'emozionante duello per la vittoria tra Charlie Dalin e Yoann Richomme. Per lunghi tratti della gara, i due francesi sono stati testa a testa e si sono alternati al comando. La telecamera segue i rivali mentre prendono decisioni tattiche, affrontano sfide tecniche e sperimentano alti e bassi mentali. Dalin racconta le notti insonni e la tensione costante: "È stato come giocare una partita a scacchi per tre mesi, solo che ogni mossa sbagliata poteva avere conseguenze fatali". Richomme aggiunge: "La stanchezza e la solitudine sono sempre presenti. Ma la volontà di vincere ti spinge ad andare avanti".
Oltre al duello al vertice, il film fa luce anche sulle storie che vi sono dietro. Il giovane Sébastien Simon, che ha lottato a lungo per il podio alla sua prima partecipazione, è emerso come la grande sorpresa. "Non riuscivo a credere di poter improvvisamente tenere il passo dei grandi nomi", spiega il nuovo arrivato. Per il co-favorito Thomas Ruyant, invece, la gara si è conclusa prematuramente dopo una collisione. La telecamera cattura la sua delusione e la sua disperazione mentre annuncia il ritiro: "Tutta la preparazione, i sogni, e poi tutto è finito da un secondo all'altro". Anche le battaglie per il quarto posto e per le altre posizioni della top ten sono documentate in dettaglio e offrono una visione del dramma fino alla fine.
Il documentario si concentra sulle condizioni estreme dell'Oceano Meridionale. Qui i marinai devono affrontare iceberg, onde alte un metro e raffiche fino a 120 chilometri all'ora per settimane e settimane. Il filmato mostra in modo impressionante come gli yacht vengano travolti da onde gigantesche e gli skipper lottino per il controllo. Justine Mettraux racconta i momenti di paura: "Ci sono state situazioni in cui ho pensato che fosse finita. Ma in qualche modo si trova sempre la forza di andare avanti". L'esperto Jean Le Cam aggiunge: "Nell'Oceano del Sud si è completamente in balia della natura. L'unica cosa che aiuta è l'umiltà e il rispetto assoluto".
Un altro punto focale è rappresentato dalle sfide tecniche che i partecipanti devono affrontare. Le barche da regata, estremamente complesse, devono sopportare carichi estremi per tre mesi. Si verificano continuamente danni e guasti che i velisti devono riparare da soli. La telecamera accompagna Sam Goodchild durante una spettacolare riparazione dell'albero in un mare in tempesta. Il britannico si arrampica sull'albero alto 30 metri per riparare una crepa: "In quel momento non pensi al pericolo. Sai solo che devi farlo, altrimenti la gara è finita". Anche il cinese Jingkun Xu ha dovuto improvvisare più volte per far funzionare la sua barca: "È stata una battaglia quotidiana contro l'usura. Ma è questo che rende questa gara così speciale".
Oltre agli aspetti sportivi, il documentario fa luce anche sul lato umano della gara. In interviste intime, i partecipanti parlano dei loro sentimenti, delle loro paure e delle loro motivazioni. Violette Dorange, 23 anni, la più giovane partecipante, parla apertamente dei momenti di solitudine e di dubbi: "Ci sono stati giorni in cui volevo solo tornare a casa. Ma poi ti ricordi del tuo sogno e continui a lottare". Anche la gioia e il sollievo di tagliare il traguardo vengono catturati. Charlie Dalin descrive il momento in cui rivede la terraferma dopo mesi in mare: "È stato travolgente. Tutti gli sforzi, le difficoltà, in quel momento ti rendi conto per cosa hai affrontato tutto questo".
Il documentario, della durata di 52 minuti, offre un'affascinante visione del mondo della Vendée Globe. Cattura l'intero spettro di questa straordinaria gara, dalle spettacolari riprese naturalistiche e dai dettagli tecnici alle storie personali dei partecipanti. Il regista Pierre Hurel spiega: "Volevamo catturare l'essenza di questa avventura unica. Il Vendée Globe è più di una semplice regata velica: è un viaggio ai limiti del possibile". Per gli appassionati di vela e gli amanti dell'avventura, il film offre un'avvincente sintesi dei momenti salienti della 10ª edizione di questa leggendaria regata.