26 settembre 1983, Newport, nello stato americano del Rhode Island. Viene disputata la settima regata decisiva della 25ª America's Cup. Il punteggio è di 3:3 nell'epocale match tra lo yacht statunitense in carica "Liberty" con Dennis Conner alle ruote e gli australiani guidati da John Bertrand con il loro radicale "Australia II", gli sfidanti.
Hanno combattuto contro un deficit apparentemente senza speranza di 3:1 nei confronti degli americani e hanno pareggiato il punteggio a 3:3. Dopo un lungo round di sfide, problemi di misurazione, spionaggio, accuse. Lo sport al suo massimo splendore lontano dal ring. La barca non era stata costruita in Australia secondo le regole, ma con l'aiuto di un olandese. Di conseguenza, dovrebbe essere vietata, parola chiave chiglia alare.
La posta in gioco era alta. Prestigio, orgoglio, onore. Come sempre, in realtà, se non fosse per la componente storica. Il trofeo aveva già navigato per 132 anni, prima vinto da "America" nella regata intorno all'Isola di Wight in Inghilterra, poi la brutta brocca d'argento, spesso etichettata come "senza fondo", fu donata come trofeo per una regata internazionale tra club amici, che si sviluppò nel nucleo della vela agonistica e produsse ripetutamente le barche più veloci e sofisticate del mondo.
132 anni! Nessun altro trofeo sportivo al mondo è stato conteso così a lungo. Il New York Yacht Club, custode e presunto detentore della striscia di vittorie, ha mandato in gara Dennis Conner dopo una serie di eliminazioni negli Stati Uniti, un uomo di cui gli organizzatori si sono fidati perché dovevano farlo, ma che non piaceva loro. Il commerciante di tappeti di San Diego era troppo in maniche di camicia per i grandi con i cappelli di paglia rotondi nella loro uniforme del club. Alcuni di loro hanno ringhiato che la testa di Conner sarebbe stata esposta nella vetrina del club se il trofeo fosse andato a fondo.
26 settembre 1983. 3:3 ... Il resto è storia. Conner riuscì a non perdere la testa, a vincere ancora una volta il trofeo e a portarlo a casa a San Diego, con grande dispiacere del New York Yacht Club, che da allora conosce l'argenteria solo da lontano. Ma questa è un'altra storia.
La storia della drammatica 25a America's Cup, "Liberty" contro "Australia II", USA contro Australia, Conner contro Bertrand, grandi contro piccoli, è ora raccontata in un documentario su Netflix che vale la pena di vedere. In termini di immagini, è tutto anni '80, anche in termini di qualità, ma è condito da molte frasi originali e interviste ai protagonisti, visibilmente invecchiati, che sono ancora degli eroi oggi.