Ricerca sul Mare del NordPiù onde mostruose del previsto

Christian Tiedt

 · 20.02.2025

Ricerca sul Mare del Nord: più onde mostruose del previstoFoto: iStockphoto; Page Chichester
Una nave colpisce un'onda mostruosa.
Arrivano dal nulla e affondano le navi: le onde mostruose estreme sono un pericolo reale in alto mare. Il progetto di ricerca Freak Waves II dimostra ora che nel Mare del Nord si verificano molto più frequentemente di quanto si pensasse.

Le onde mostro, note in inglese come rogue waves o freak waves, raggiungono il doppio dell'altezza delle onde medie in una mareggiata, il che può portare ad altezze enormi, soprattutto in caso di forti tempeste. Non si tratta solo della sorprendente comparsa dell'onda mostro in una situazione già estrema, ma del fronte ripido da cui proviene il pericolo.

Onde mostruose affondano due navi a settimana

Si stima che il fenomeno sia responsabile della perdita totale di due navi alla settimana in tutto il mondo. Un esempio ben noto, legato alla Germania, è la scomparsa del cargo container "München" nel 1978 durante una tempesta nell'Atlantico settentrionale. I 28 membri dell'equipaggio della nave, lunga 261 metri, sono stati dati per dispersi da allora. I danni a una scialuppa di salvataggio vuota ritrovata indicavano che onde mostruose, alte fino a 35 metri, avevano colpito la "München" e l'avevano fatta inclinare così tanto da farla poi affondare.

Ma anche nel Mare del Nord, condizioni meteorologiche insolite creano ripetutamente condizioni che portano alla formazione di pericolose onde mostruose. Uno di questi casi è stato documentato nel 2013 durante l'uragano Xaver, a 25 miglia nautiche a nord di Borkum: In quell'occasione, un'onda si è abbattuta sul ponte intermedio della piattaforma di ricerca offshore "Fino", alta non meno di 15 metri, con una forza tale da piegare il metallo e distruggere apparecchiature di misurazione per un valore di 120.000 euro.

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Le correnti di marea giocano un ruolo importante

Per valutare meglio il rischio per le navi e le installazioni offshore come i parchi eolici e per sviluppare metodi di previsione efficaci, il Agenzia federale marittima e idrografica (BSH) e il Centro Helmholtz Hereon L'azienda ha realizzato un progetto speciale nell'ambito di un ampio programma di ricerca e lo studio Freak Waves II ha portato a risultati sorprendenti.

Le indagini hanno dimostrato che le onde mostruose estreme si verificano più frequentemente nell'area marina osservata rispetto a quanto ipotizzato in teoria. Anche le forti correnti di marea durante un periodo di tempesta possono aumentare la frequenza e l'altezza delle onde. "Tuttavia, ciò si è verificato non solo in situazioni in cui l'onda correva contro la corrente, ma sorprendentemente anche quando l'onda correva nella stessa direzione della corrente", afferma Ina Teutsch, scienziata del Centro Helmholtz di Hereon.

Un'onda estrema ha danneggiato gravemente il ponte intermedio della piattaforma di ricerca offshore "Fino", che si trova a 25 miglia nautiche a nord di Borkum.Foto: Martin MoritzUn'onda estrema ha danneggiato gravemente il ponte intermedio della piattaforma di ricerca offshore "Fino", che si trova a 25 miglia nautiche a nord di Borkum.

Le onde più mostruose al largo di Norderney

Per lo studio sono state utilizzate in totale sei boe di misurazione, provenienti principalmente dalla rete di misurazione BSH nell'ansa tedesca. La frequenza delle onde estreme varia da boa a boa. "Alla boa SEE nelle acque poco profonde al largo di Norderney, circa un'onda su 5800 è stata un'onda estrema durante il periodo di studio, il che significa che le onde più estreme si sono verificate qui in confronto", afferma Teutsch.

Una possibile spiegazione potrebbe essere che nelle regioni in cui la profondità dell'acqua cambia rapidamente, come al largo di Norderney, si formano sempre più spesso i cosiddetti solitoni, ovvero creste d'onda che possono rimanere stabili per lungo tempo. Secondo i ricercatori, potrebbero essere collegati alla formazione di onde mostruose.

L'intelligenza artificiale per aiutare le previsioni

Sono stati utilizzati due diversi approcci all'apprendimento automatico, una branca dell'intelligenza artificiale, per cercare di prevedere la probabilità di un'onda mostruosa nei prossimi dieci minuti. Entrambi i modelli hanno già mostrato risultati promettenti. "Per l'applicabilità operativa, tuttavia, abbiamo ancora bisogno di più dati e possibilmente di un'estensione del metodo alla superficie", spiega Salika Thilakarathne, scienziato del progetto Freak Wave II. Anche l'Università di Copenhagen sta già lavorando su da tempo con un obiettivo simile.

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